Iva a zero sui pannelli fotovoltaici è la proposta dell’Unione Europea che vuole ridurre anche quella su altri beni e servizi.

Il Consiglio d’Europa ha approvato una proposta per modificare le regole nell’unione europea sulla tassa sul valore aggiunto (VAT, in italia l’IVA ) dando agli stati membri maggiore flessibilità nello stabilirle.
Se la proposta venisse adottata, i pannelli solari per uso residenziale e quelli di interesse generale sarebbero inclusi nella lista dei beni e servizi per i quali un massimo del 5% di IVA potrebbe essere applicato.

Il Consiglio Europeo ha comunicato ieri di avere raggiunto un accordo su una proposta di aggiornare le regole europee sulla percentuale espressa dalla tassa sul valore aggiunto (VAT).
Se questo accordo venisse ratificato potrebbe dare un forrte impulso al settore fotovoltaico nell’Unione Europea.
Le nuove regole riflettono i bisogni attuali degli stati membri, e gli obiettivi dell’attuale politica dell’Unione Europea, che è cambiata considerevolmente da quando le vecchie regole sono entrate in vigore.
Gli aggiornamenti assicurano che gli stati membri verranno trattati in modo equo e verrà loro data maggiore flessibilità nell’applicazione della VAT ridotta od azzerata.

Conformemente alle nuove norme, gli stati membri saranno liberi di applicare una tassa VAT dallo 0% al 5% ad una ristretta lista di beni e servizi, con i pannelli solari che adesso sono stati inclusi in una delle sette categorie descritte in un documento relativo alla proposta.
Il documento specifica anche che la proposta possa essere applicata alla fornitura ed all’installazione di pannelli solari su abitazioni private, su strutture pubbliche, e su altri edifici utilizzati per attività di pubblico interesse.

Le biciclette elettriche ed i servizi per il riciclo dei rifiuti fanno anche loro parte della lista.
Il consiglio ha affermato che è opportuno inserire i pannelli solari nell’elenco poiché ciò è in linea con gli impegni ambientali dell’UE sulla decarbonizzazione e il Green Deal, una proposta per rendere l’Unione il primo “blocco a impatto climatico zero” entro il 2050.

Per supportare la transizione verso l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, e per promuovere l’auto-sufficienza energetica dell’Unione, è necessario permettere agli stati membri di migliorare l’accesso alle fonti di energia verde degli utenti finali.

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